«Nel respiro dell’arte»: asta benefica a Trento

Articolo del: 2 Ottobre 2016

Viene riproposta il 27 settembre, dopo il successo riscosso in estate, la collettiva curata dall’artista Aldo Pancheri.

Aldo Pancheri – Nel respiro dell’acqua, 2016 – Pastelli, pasta acrilica, timbri su tela cm 50×70

Dopo il successo riscosso lo scorso luglio, verrà riproposta il 27 settembre 2016, presso il Grand Hotel Trento, a Trento, una seconda esposizione di un nutrito gruppo di apprezzati artisti, dal titolo «Nel respiro dell’arte».
Si tratta di un’asta benefica che si terrà alle ore 18.00, i cui proventi saranno devoluti interamente alla Lega Italiana Fibrosi Cistica Trentino onlus.
Questa è, come è stato spiegato nell’articolo di qualche tempo fa della collega Nadia Clementi, una malattia genetica frequente, purtroppo finora non curabile (vedi link).

Angela Trenti, presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Trentino onlus, ha voluto esprimere, anche in occasione di questa seconda collettiva, sia a titolo personale che a nome dei pazienti e dei famigliari che rappresenta, il suo ringraziamento più sincero a tutti gli artisti, una ventina, che hanno donato con molta generosità le loro opere in favore della Lega Italiana Fibrosi Cistica Trentino onlus.
Un ringraziamento particolare è stato da lei rivolto all’artista e curatore dell’evento Aldo Pancheri e al dott. Paolo Pancheri, che ha seguito i pazienti trentini con fibrosi cistica dal 1975 al 2000».
La mostra vede coinvolti in questa sua seconda edizione, oltre allo stesso curatore, i seguenti artisti: Olga Bardina, Adalberto Borioli, Mauro Cappelletti, Roberto Codroico, Livio Conta, Elena Fozzer, Alessandro Goio, Paola Grott, Rudolf Haas, Giuliano Orsingher, Gianni Pellegrini, Paolo Tomio.

 Due parole sugli artisti che hanno generosamente partecipato al progetto

Aldo Pancheri nasce a Trento nel 1940. E’ iniziato alla pittura dal padre Renato.
Nel maggio del 1954 un grande ed indimenticabile poeta, Alfonso Gatto, lo presenta in un’esposizione personale alla «Sala degli Specchi» di Trento.
Diplomatosi all’istituto Statale d’Arte di Trento, studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella scuola di Virgilio Guidi dove si diploma nel 1962.
Consegue il primo premio Diomira nella X edizione e due secondi premi al San Fedele, a Milano.
Negli spazi dello stesso riproporrà negli anni seguenti più volte il proprio lavoro, singolarmente nel 1976 e successivamente con altri artisti.
Con Schmid e Luigi Senesi affronta per la prima volta un’esposizione in una sede pubblica al Museo Civico di Palazzo Sturm a Bassano del Grappa.
Negli anni ’70, Pancheri, pur mantenendo tutte le amicizie ed i contatti a livello culturale con la propria città si trasferisce definitivamente a Milano.
Entra in amicizia con l’architetto Luciano Baldessari, artista di fama internazionale, uomo di generosa personalità e prodigo di incoraggiamenti, di consigli e fattivo aiuto con collezionisti ed amici dell’ambiente artistico.
Nel 1983 espone in una personale alla galleria «Il Traghetto» di Venezia, di Gianni De Marco che diviene il «suo» gallerista.
Dal 1980 collabora con lo stampatore Giorgio Upiglio in tecniche sperimentali con composti plastici di propria invenzione.
Pancheri dal 2014 propone «Arte Timbrica» quale risultato di molti anni di espressività nell’ambito della pittura segnica.


Olga Bardina è nata in Russia nel 1968.
Ha frequentato il dipartimento d’arte decorativa dell’Istituto d’arte di Irkutsk.
Dal 1987 al 2005 ha lavorato nella scuola artistica di Angarsk dove ha insegnato disegno, pittura, composizione, storia dell’arte e scultura.
Numerose sono le sue partecipazioni e collaborazioni quali: Festival Internazionale dell’Avanguardia Infantile, «Redazione Didattica l’Arte per Bambini», e membro dell’associazione AIAP UNESCO.
Ha la specializzazione di Critica d’Arte. Ha lavorato come insegnante presso l’Accademia Tecnica Statale di Angarsk Attualmente vive in Italia dove impartisce lezioni d’arte. Dal 2012 fa parte del gruppo Amici dell’Arte .


Matteo Boato: Si diploma nel 1992 in chitarra classica. 
Nel 1997 si laurea in ingegneria civile.
Nel 1998 consegue il «diploma di architettura bioecologica» (HSA di Torino). Insegna chitarra classica dal 1987 al 1997 in diverse scuole musicali del trentino.
Nel 2001 sceglie la via della pittura.
La sua attività espositiva come pittore è stata intensa sia in Italia che all’estero: Barcelona (S), Belfast (GB), Berlin (D), Bruxelles (B), Cheboksary (RU), Dandee (GB), Dresden (D), Edinburgh (GB), Fukuoka (J), Gabala (AZ), Glasgow (GB), Groeningen (NL), Hakone (J), Hong Kong (Cina), Kirov (RU), Lisboa (P), London (GB), Lausanne (CH), Lugano (CH), Minamiashigara (J), Moscow (RU), Muenchen (D), Nizhny Novgorod (RU), Odawara (J), Paris (F), Rostov-on-Don (RU), Sevilla (S), Sonthoven (D), St. Andrews (GB), Tarragona (S), Yaroslavl (RU), Yekaterinburg (RU).
Ha al suo attivo partecipazioni a conferenze artistico / scientifiche (MUSE, 2011), attività didattiche (MART, 2010 e 2011), scenografie (Tour «Tutti Qui» di Claudio Baglioni, 2006), performance musicali e pittoriche (Galleria Civica di Trento, 2011; Auditorium di Trento, 2011; MUSE, 2013; Nizhny Novgorod (RU), 2014; Kirov (RU), 2015).
La sua attività pittorico / musicale è oggetto di un esperimento condotto dall’Università di Trento e dell’articolo «Cross-modal association between materic painting and classical Spanish music» pubblicato in Frontiers (Psychology). Illustratore di alcuni libri, l’ultimo dal titolo «Un amore in Piazza» romanzo illustrato con testo di Daniela Larentis e Nadia Clementi, Ed. Reverdito. I
suoi lavori vengono inseriti nella scenografia di un film a distribuzione nazionale: «La felicità è un sistema complesso» (reg. Zanasi) e nella serie TV «Tutto può succedere» (RAI).
Vincitore di alcuni concorsi nazionali per la realizzazione di opere d’arte in Provincia di Trento e presso la Nuova Corte d’Appello di Roma.


Adalberto Borioli: è nato a Milano nel 1936.
Ha studiato affresco presso la Scuola d’Arte del Castello Sforzesco.
Numerose le mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui: L’Europa nel segno, Centro Culturale Santa Maria della Pietà (Cremona, 2015); Polifonie, Auditorium Verdi (Milano, 2015);In attesa dell’Expo. Artisti a Milano, Spazio Soderini – Provincia di Milano (Milano 2014); Jean Cocteau a Vigoleno (Vigoleno, 2011); Spazi Paralleli, Spazio Symposium (Milano, 2010); Lapis Ludica, Palazzo delle Stelline, (Milano 2009); Biennale dell’Incisione (Cremona, 2009); Biblioteca Salita dei Frati (Lugano, 2008); Istituto Italiano di Cultura (Bruxelles, 2006).
La sua attività calcografica inizia a Urbino nel 1980, incide al bulino, puntasecca e acquaforte e stampa con il proprio torchio in studio.
Ha ricevuto il primo premio nella II e nella VIII Rassegna Nazionale dell’Incisione di Nova Milanese.
Nel 2003 realizza una incisione per il testo teatrale di Mario Luzi «Il fiore del dolore», edito da «Archivi del ’900» di Milano.
Più di 60 plaquette sono edite da «Pulcinoelefante» e dal 1998 ha editato oltre 70 titoli per «Il Robot Adorabile».
Ancora per I Quaderni di Orfeo ha pubblicato due lavori e uno per i tipi di Josef Weiss. Ha programmato le esposizioni alla libreria Bocca di Milano dal 1997 per dieci anni.
Intensa attività di musicista, oltre 10 anni con l’orchestra della Scala di Milano e con l’orchestra della Svizzera Italiana.
Hanno scritto di lui tra gli altri D.Airoldi, A. Altamira, G. Barbieri, G. Bonomi, R. Bossaglia, A. Castaldini, L. Cavallari, C. Cerritelli, M. Corradini, V. Cozzoli, I. Croce, N. Dal Falco, G. Della Pergola, F. De Santi, S. Fontana, M. Galbiati, T. Groff, L. Inga Pin, M. Lenti, M. Lepore, D. Marchi, P. Marelli, E. Maurizi, L. Morandotti, L.P. Nicoletti, A. Pilati, M. Perazzi, M. Raciti, M. Radice, E. Staudacher, P. Senna, S. Soddu, A. Soldini.


Mauro Cappelletti, nato a Trento nel 1948.
Nel 1976 è tra i firmatari del manifesto «Astrazione Oggettiva» e partecipa ai dibattiti e alle esposizioni del gruppo. Con i primi anni ’80 la progettualità e l’originario rigore geometrico lasciano il posto ad una nuova e sensibile liricità, che viene sviluppata in un ricco percorso scandito e ordinato da cicli tematici con un linguaggio aniconico che lo porta a soluzioni dove il colore si dilata sulle superfici spazio-direzionali, fino ad arrivare alla recente serie dei «monocromipluritoni».
Partecipa a numerose rassegne espositive in Italia e all’estero, tra cui le principali sono state presso il MART di Rovereto, la Galleria Civica di Trento, Studio Arte Raffaelli di Trento, Bugno Art Gallery di Venezia, Galleria Scoglio di Quarto di Milano.
Studia e sperimenta in prima persona anche le tecniche calcografiche e l’arte della stampa.
Le sue opere trovano applicazioni concrete anche in interventi legati all’architettura con realizzazioni pittoriche, plastiche e scultoree con diversi materiali adatti ad ambientazioni interne ed esterne.
Attualmente il suo lavoro rigoroso degli anni ’70 viene documentato con un cospicuo numero di opere nelle mostre presso la Estorick Collection di Londra, il Museum Haus Ludwig di Saarlouis e nella mostra «Gli anni della Pittura analitica – esperienze in triveneto» a Verona-Villafranca.
Della sua attività si sono occupati autorevoli critici, tra i quali Gabriella Belli, Michele Beraldo, Andrea B. Del Guercio, Claudio Cerritelli, Vittoria Coen, Diego Collovini, Giorgio Di Genova, Danilo Eccher, Paolo Fossati, Peter Lodermeyer, Dino Marangon, Marco Marinacci, Giuliano Menato, Giovanna Nicoletti, Bruno Passamani, Elena Pontiggia, Maurizio Scudiero, Toni Toniato.


Silvio Cattani. 
Diplomato in Litografia presso l’Istituto Statale d’Arte per il libro di Urbino e in pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, ha iniziato l’attività artistica ed espositiva nel 1967.
Ha svolto una intensa attività artistica con mostre personali in Italia e all’estero realizzando opere artistiche pubbliche ( sculture, vetrate e ceramiche).
Principali mostre personali: Ostwall Museum – Dortmund; Museo d’Arte Contemporanea – San Jose – Costa Rica; Museo d’Arte Contemporanea – San Marino; Istituto Italiano di Cultura- Lisbona; Gallerie Jesse – Bielefeld Interdiszplinare Abteilung der Universität – Bielefeld; Thorhaus «Carte Italiane» – Dortmund – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea «MART» Trento e Rovereto «Archivio ’900»; Opernhaus – Dortmund The Queen’s Gallery – Bangkok; Theater of Italian creativity Gallery – New York; Fondazione SonnenForum RWE – Dortmund; Istituti Italiani di Cultura di San Francisco, Washington, Monaco di Baviera, Atene; KulturFabrik.White Box – Monaco di Baviera; Maschio Angioino – Napoli; Palazzo Ferro Fini, Regione Veneto – Venezia; Art Cabinet Gallery – Nuntucket USA; Chiesa Santa Caterina-Venezia; Galleria Studio 53 – Rovereto; Palazzo Baisi – Brentonico; KIAF 2014-Korea Internation-al Art Fair – Seul; Art Edition-Hangaram Art Museum – Seul; «Abitare l’astratto» – Trento, Pesaro, Venezia; 2016 personale al MUSEUM KUNERTH – Ottobeuren – Germania; Nell’ambito del «Festival Musica 900 a Trento» realizza la scenografia per il «Pierrot Lunaire» di Schönberg e la scenografia per il «Tribuno» di Mauricio Kagel.
Le scenografie per «Fassade» e per «Il Gatto con gli stivali» presentati a Verona, Venezia, Roma, Barga, Napoli, Palermo ecc.
Per Festival Oriente Occidente di Rovereto ha realizzato presso i MART di Rovereto l’impianto scenico-pittorico di Sign art our con la Aureliana Contemporary Dance Project.


Franco Chiarani: nasce ad Arco nel 1946. 
Autodidatta, esordisce in mostra personale nel 1978 a Padova, iniziando un percorso di rilievo che lo conduce altre a numerose e significative tappe italiane, ad esporre in Germania, Stati Uniti e Francia.
Intensa la partecipazione a rassegne collettive. Legato a canoni sostanzialmente figurativi, l’artista propone un personale linguaggio espressionista, ricco di simbologie ed elementi trasfigurativi della realtà visibile, relazionata ad altri scenari talora scaturiti dal vivere quotidiano, talora offerti dalla cronaca del suo tempo.
Personali: 1978 Gall. Esedra PD; 1980 Gall. Ghirlandina MO; Gall. Bandini LI; 1981 Gall. Tiziano VR; 1982 Gall. Emilia MO; Gall. La Firma TN; 1983 Gall.Conti BS; 1986 Gall. Torre Civica MN; 1987 Gall. Falco TE; 1988 Gall. La Firma TN; 1989 Gall. 707 (USA); 1995 Gall. Schaller (Ge); 1997 Centro Soliera MO; 1998 Biblioteca Arsiero; 1999 Villa Fabriani MO; 2000 Casa Arte Vittone TN; 2001 Centre Art Contemporain (Fr); 2002- 2003-2007 Gall. S.Moretto VI; 2004 Expo Arte MI; Mirabilarte TN; Chiesa S.Nicolò TN; 2006 Spazio Arte NO; Settimana Arte BS; 2009 7 Espressioni MN; 2010 Gall. Craffonara TN; 2011 Gall.Bosio BS; 2012 Castello Drena TN; 2014 Gall.Sturzo VE; 2015 Ca’La Ghironda BO; 2016 Gall.13 R.E.


Roberto Codroico nato a Niederbeisheim (Germania) residente a Trento. 
Laureato in architettura, è abilitato all’insegnamento di Storia dell’Arte e Disegno, già insegnante di ruolo; dal 1977 architetto per i Beni Culturali della P.A.T.
Membro di diverse Commissioni Provinciali, tra le quali: dei Beni Culturali, del Paesaggio, della Edilizia del Comune di Trento, del Castello del Buonconsiglio; autore di diversi interventi di restauro sui più importanti edifici di Trento e della Provincia;.
Docente a contratto presso le Facoltà di Ingegneria e Lettere; autore di molteplici saggi di storia e d’arte.
Codroico ha al suo attivo con una lunga attività artistica e di ricerca nel campo delle Arti figurative.
Già segnalato Bolaffi nel 1974, dopo alcune iniziali importanti mostre e un lunga assenza pubblica, in coincidenza del ruolo di responsabile per la tutela dei monumenti di Trento, ha ripreso l’attività espositiva con numerose Mostre all’estero ed in Italia.
Pittore astratto, si esprime prevalentemente con il colore e con la «linea», tanto da aver creato un proprio linguaggio, ma non disdegna altri mezzi quali: collage, fotografia, scultura, moda e performance, rimanendo comunque sempre fedele al suo linguaggio, al colore e alla linea.


Livio Conta.
Dopo aver frequentato l’istituto d’arte, all’inizio degli anni ’60 si trasferisce a Parigi, dove si iscrive alla scuola di disegno del Museo del Louvre.
Nel 1963 si reca a Pietrasanta per confrontarsi con la scultura del marmo; qui incontra Marino Marini che lo incoraggia a proseguire il percorso artistico, visti i risultati già raggiunti.
Un lungo soggiorno in Spagna arricchisce la sua tavolozza, anche a seguito degli studi eseguiti sulle opere di El Greco.
Il periodo trascorso a Milano, dove incontra vari artisti e critici, contribuisce in modo decisivo alla sua formazione sia culturale che stilistica.
Legato da profonda amicizia al grande pianista Arturo Benedetti Michelangeli, a cui dedica 43 opere pittoriche (Sensazioni melodiche), 23 delle quali esposte nel 1973 alla Salle Pleyel di Parigi durante un recital del Maestro.
Uno dei ritratti è stato riprodotto, per desiderio espresso dallo stesso Michelangeli, sulla copertina di un suo disco – Carnaval di Schumann – edito dalla EMI nel 1975.
Ha esposto i propri lavori in numerose città italiane ed estere, tra cui Parigi, Barcellona, Monaco di Baviera, Strasburgo (Palazzo del Consiglio d’Europa), Basilea, Hannover, Torino, Roma (Palazzo Barberini), Palermo.
Le mostre personali più recenti sono state a Milano, Brescia (Palazzo della Loggia) e Arezzo (Galleria Civica).
Opere bronzee figurano in diversi luoghi pubblici anche oltre i confini nazionali, come ad esempio a San Diego in California, nel mausoleo di Denver in Colorado, a Chicago nell’Illinois, nel Wisconsin, in Florida, Texas, Grecia, Belgio, Croazia, Germania, Austria, Polonia. L’attività nel campo dell’arte sacra risulta notevole.
Sculture in bronzo, legno, marmo, oltre a mosaici, vetrate, affreschi e olii su tela, sono stati collocati in chiese italiane e in diversi edifici sacri all’estero.
Nel 2011 partecipa su invito alla LIV Biennale di Venezia, curata dal critico Vittorio Sgarbi.


Elena Fozzer: nasce a Trento. Figlia della scultore Eraldo Fozzer.
Compie studi classici e artistici fra Trento, Venezia, Milano e Parigi.
Si occupa di pittura, scultura e poesia. Espone in 30 mostre personali (tra cui Trento, Milano, Parigi, Mosca…) e almeno 100 mostre collettive o di gruppo in Europa e in America.
Si sono occupati della sua arte importanti critici, tra cui gli italiani: T. Toniato, F. Menna, C. Belloli, G. Belli, L. Serravalli, L. Caramel, R. Francescotti, F. Degasperi, R. Turrina. D. Eccher, G. Nicoletti, P. Marsili, F. Cavallucci, N. Tamanini.
Conservano sue opere: Art Center, Polaveno (BS) – Arte Struktura, Milano – MART, Rovereto – Gall. St. Charles de Rose, Parigi – Museo Arte Contemporanea e Madì, Maubeuge (Francia) – Isisuf, Milano – MAGA, Gallarate – Museo Bargellini, Pieve di Cento (BO) – MACLA, Buenos Aires (Argentina) – Museo Mondrian Huis, Olanda – Museo Arte Contemporanea e Madì, Budapest (Ungheria) – Pinacoteca Comunale, Ruffano (Lecce) – e altri.
Per l’arte figurativa il curriculum è riportato su molte pubblicazioni, tra cui: -arte costruita. Incidenza italiana – a cura di Giulio Carlo Argan, Carlo Belloli, Riccardo Barletta; -ADAC-MART – a cura di Luigi Serravalli e Gabriella Belli; -da Madì a Madì – a cura di Emma Zanella. Museo arte contemporanea di Gallarate; -arte italiana del Novecento (pag. 116), Deagostini; -arte italiana del Novecento, Electa; -storia arte italiana del Novecento – a cura di Giorgio di Genova, ed. Bora; -«l’arte costruisce l’Europa: costruttivismo, concretismo, cinevisualismo, madì internazionale, per l’unificazione europea» – a cura di Anna Canali, ed. Artestruktura.


Ivo Fruet nasce a Pergine Valsugana il 4 giugno del 1942.
Negli anni sessanta, diplomatosi all’Istituto d’Arte di Trento si trasferisce a Roma dove prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Gentilini.
Significativa la frequentazione, in questi anni, dello studio dello scultore e pittore Aldo Caron.
Partecipa a una serie di mostre collettive e concorsi nazionali raccogliendo positive ed importanti conferme e riconoscimenti.
Tra questi ricordiamo nel 1962 il Premio speciale per la pittura d’avanguardia all’estemporanea di Marina di Ravenna e nel 1966 il Diploma d’onore al Premio Internazionale Europa Arte a Bologna.
A metà degli anni sessanta si trasferisce in Danimarca a Randers e Copenhagen.
Rientrato in Italia insegna, per pochi anni, all’Istituto d’Arte di Trento.
Il confronto con le realtà artistiche degli anni sessanta e settanta lo sollecitano ad intraprendere nuove strade espressive come la ceramica e successivamente il raku, l’incisione, la serigrafia e la grafica pubblicitaria.
Tra i fondatori di «Pergine Spettacolo Aperto», nel 1976 realizza scenografie e manifesti; nel 1984 disegna i costumi dello spettacolo «Lanzadoro» di Andrea Castelli, premiati con il «Sipario d’oro» a Rovereto.
Le sue opere sono esposte in numerose rassegne che documentano i percorsi dell’arte in Trentino, ma anche a Cannes al Gran Palais du Cinemà, al Palais Liechtenstein a Felldkirk e a Arte Padova.
Nel 2000 si tengono tre importanti mostre personali: allo spazio Foyer del Centro Santa Chiara di Trento, a Bologna alla galleria Castiglione Arte, sull’isola di Ischia presso galleria Del Monte.
Nel 2003 partecipa al MART Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto alla mostra Situazioni Trentino Arte 2003.
Vive e lavora a Pergine Valsugana. Numerose le esposizioni personali e collettive in Italia e in varie località europee.


Alessandro Goio.
Passa i primi anni di vita, in totale libertà, a Smarano in Val di Non dov’è nato. Si presenta al pubblico per la prima volta a Trento a Palazzo Pretorio nel 1977 e da allora si propone costantemente in mostre personali e collettive.
Nel 1993 è invitato ad illustrare la sua ricerca artistica al Seminario organizzato dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento sul tema «Prospettive e sperimentazioni dell’arte contemporanea in Trentino» a cura di Danilo Eccher.
Ha curato progetti grafici per cataloghi d’arte e illustrato libri di poesie e riviste. E’ stato presentato in catalogo da: Gabriella Belli – Mario Cossali – Fiorenzo Degasperi – Danilo Eccher – Aldo Nardi – Rinaldo Sandri – Luigi Serravalli – Marco Tomasini. Alcune personali: ‘87 “Fogolino” Trento – ‘88 “Novecento” Pergine Valsugana – ‘92 “Le due Spine” Rovereto – “Artespazio” Bologna – ‘03 Terme
di Comano – ‘14 “Palazzo Libera” Villalagarina.
Alcune collettive:
’80 “9 colonne” Trento – ‘86 “Whodunit” Casa degli Artisti Tenno – ‘90 Kunstnernes Hus Århus (DK) – “L’Uomo, l’Albero, il Fiume” Castel Ivano – ‘95 “Correnti & Arcipelaghi” Castel Ivano – ‘03 Plein Air “Artisti europei” Roncegno – ‘07 Galleria Civica Riva del Garda – dal ‘07 al ‘16 “RenArt” (Palazzo Trentini e Sala Thun) Trento – ‘09 “Artisti in Cielo e in Terra”3a Ed. – Milano – ‘10 “Artisti per Italia Nostra” Trento – ‘11 “Fratelli d’Italia” Galleria Civica Riva del Garda –“Italienische Woche” Templin (D) – ’12 “astrazioni 7” Sala Thun Trento – ‘13 “Lake and the City” Casa degli Artisti Tenno e “Melamorfosi” Casa dei Gentili Sanzeno – ‘14 “8èmes Rencontres Internationales de Peinture” Maison du Patrimoine – Six Fours (F).


Paola Grott.
Nasce a Trento, frequenta l’Istituto d’Arte A. Vittoria e si trasferisce a Milano per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Esegue una serie di dipinti rivisitando i miti, gli dèi e l’Archetipo della Grande Madre. Realizza alcune opere a cera persa traducendo in gioielli i soggetti di tele e disegni, si occupa di incisione proponendo edizioni d’arte a tiratura limitata.
L’arte della Grott è stata presentata: al castello Visconteo di Trezzo d’Adda, alla Casa dei Carraresi di Treviso, a Palazzo Geremia a Trento, alla Torre Avogadro di Lumezzane (Bs), al Museo d’Arte Contemporanea di Montesegale, al Palazzo Carpani-Beauharnais di Pusiano, a Palazzo Trentini (Tn), a Palazzo Libera (Tn), a Casa A. Merini (MI) e alla sala Lalla Romano alla Braidense(MI).
Ha partecipato a diverse mostre collettive fra le quali, con gli Artisti Lombardi, al Castello di Vigevano e in «Situazione Trentino Arte» al MART di Rovereto.
Seguono numerose pubblicazioni, mostre personali e collettive in Italia e all’estero.


Rudolf Haas nasce nel 1938 a Vienna dove trascorre la sua giovinezza.
È pittore, scultore, disegnatore, grafico. Da più di 30 anni vive e lavora a Ginevra e Parigi e sue opere si trovano in musei in Svizzera, Francia, Austria, Italia, Egitto, Arabia Saudita, Svezia.
Sue opere si trovano in fondazioni, sedi pubbliche e musei e ha donato alla regione Trentino Alto-Adige un consistente numero di opere.
Ha esposto per la prima volta a Ginevra nel 1976 al Palais des Expositions, UOG Expo ’76 e tre anni dopo, sempre a Ginevra, con una personale alla Galerie Motte.
Fra le molte altre esposizioni ricordiamo: Galleria d’arte Artedino6 a Milano, Galleria Calart Actual a Ginevra nel 1987, Galleria Lang a Francoforte nel 1994, Galleria L’originale a Milano nel 1999, Galleria Il Traghetto a Venezia nel 1989, Grand Palais 46° Salon de Mai a Parigi nel 1991, Musèe de Carouge, 1995. Galleria Arianna Sartori Arte a Mantova nel 2000, Palazzo delle Albere a Trento nel 2003, Galleria Catherine Clerc di Losanna nel 2004, Spazio Bocca Galleria Vittorio Emanuele II a Milano nel 2007, Palazzo della Regione Trentino Alto-Adige nel 2008, Galleria Il Cavalletto a Locarno nello stesso anno. Storicamente le opere di Haas rientrano a buona ragione nel Nuovo Realismo austriaco di cui Arnulf Reiner è considerato l’iniziatore.
Alla dimensione mutevole del collage Haas aggiunge la tecnica della sovra pittura» in modo di far entrare in collisione il colore dipinto ed i cromatismi tipografici in gesto fluido e ritagli di immagini stampate.
L’esercizio pittorico crea particolari atmosfere che interferiscono con la precisione dei dettagli figurativi facendo coesistere nella stessa opera l’astratto, l’informale e il figurativo.


Bruno Lucchi.
È nato a Levico Terme nel 1951, dove tuttora vive e lavora. Ha studiato all’Istituto d’Arte di Trento completando gli studi al Magistero delle Belle Arti di Urbino.
La terra è da sempre la sua materia da cui nascono le sue figure, che con il rito del fuoco trasforma in terracotta nel suo atelier, diventano poi, bronzi e porcellane.
Recentemente la sua ricerca ha anche abbracciato nuovi materiali. Infatti, con l’acciaio Corten, da solo o abbinato al semirefrattario, si cimenta nella costruzione di installazioni enormi che trasmettono la rinnovata passione con il nuovo materiale, e con il mosaico, in tecnica moderna, rinnova l’antichissima tradizione portandola al contemporaneo.
Dal 1991 vanta al suo attivo più di 200 esposizioni personali. È l’autore di numerose opere pubbliche di grandi dimensioni, ben quattro navi di una importante compagnia di navigazione turistica italiana, solcano i mari con le opere dello scultore trentino.


Shuhei Matsuyama: nato a Tokyo nel 1955.
Si e trasferito in Italia nel 1976, vive e lavora a Milano. Le sue opere sono state presentate in più di 150 mostre personali e 300 mostre collettive principalmente in Italia, Giappone e negli Stati Uniti.
Di particolare importanza le 5 mostre SHIN-ON presentate a Venezia in un arco di 10 anni in coincidenza con la Biennale di Venezia.
Negli ultimi anni ha tenuto mostre personali in Italia nel PAC di Palazzo Massari, nelle Gallerie D’ Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e nel Museo Bargello a Firenze, e negli Stati Uniti nel Chelsea Museum e alla galleria.
Le sue opere sono state usate per la copertina del programma annuale del Conservatoire de Paris. Spazi pubblici: scultura colonnare alta 5 m. a Hakata, fontana in mosaico a Rieti, dipinto murale al Cordoglio all’Ospedale di Vimercate e un’opera alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma.


Giuliano Orsingher: nativo della valle del Vanoi.
Si diploma all’istituto d’Arte di Asti e poi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Emilio Vedova.
Già dalla metà degli anni Ottanta, la sua ricerca si indirizza verso una riflessione sul rapporto uomo-natura a partire da un vero e proprio recupero materiale di quegli che egli stesso definisce gli «avanzi di Natura», attraverso il progetto di una azione creativa che operi sulla forma (o sulle forme possibili) dell’«avanzo» per rivendicare il ruolo dell’Uomo nel processo di trasformazione e di allocazione che lo interessa.
Per questa ragione la dimensione artistica che meglio lo rappresenta è quella dell’installazione ambientale.
Nel ’94 vince il premio giovani artisti a Milano («Arte in Europa oggi»).Varie le personali dall’88 e le collettive (anche all’estero: Mosca, Parigi, Vienna, Salisburgo).
Suoi interventi, tra gli altri, alla cava La Piana di Carrara (1994), al Musèe d’Art e d’Histoire di Cholet (1996), allo StadtMuseum di Bad Vòsòau (2002), a Griffen (2003), in Austria, e a Fontegreca di Caserta (2006); oltre alle presenze con esposizioni personali e collettive in spazi pubblici e privati tra cui si menzionano la rassegna del MART-Archivio del 900 (Rovereto, 1995) e la Biennale itinerante di Arte Contemporanea Manifesta 7 ( Trentino Alto Adige 2008).
È tra gli artisti presenti nel percorso Arte Natura ad Arte Sella (Nicchie ecologiche, Nidi d’acqua). «Vuoti di memoria» ad Ala e «Pietra stellare» a Noistadt bei Donau, in Germania, sono i recenti interventi eseguiti su massi in pietra. Di lui hanno scritto: Luigi Serravalli, Fiorenzo Degasperi, Danilo Eccher, Ernesto L.Francalanci, Riccarda Turrita, Giovanna Nicoletti, Remo Forchini, Mario Cossali, Renzo Francescotti, Federico Mazzonelli e Micaela Sposito.


Gianni Pellegrini, Riva del Garda 1953.
Ha studiato al DAMS di Bologna. Nei primi anni Settanta conosce il pittore Aldo Schmid con il quale si confronta costantemente, giungendo a maturare le prove astratto analitiche sulla linea.
Nel 1975 partecipa al gruppo «Astrazione Oggettiva».
La prima personale è del 1978 presso la galleria L’Indiano di Firenze.
Nei primi anni Ottanta espone presso le gallerie il Sole di Bolzano e Ferrari di Verona.
In questo periodo ritorna alla tela nei cicli Vedute e Paesaggi dove le immagini e i colori acquistano connotazioni naturalistiche, ma non figurative.
Due importanti mostre personali si tengono a Palazzo delle Albere a Trento ( 1985) e alla Galleria Mèta di Bolzano (1986).
Nel 1986 pubblica presso la Nuova Prearo Edizioni di Milano il volume Graffiture con testi di Paolo Fossati, Claudio Olivieri, Giovanni Maria Accame, Claudio Cerritelli. Espone in mostre personali e collettive a Bologna, Livorno, Bergamo, Milano. Partecipa nel 1994 alla mostra «Della luce» presso il Palazzo della Permanente di Milano dove presenta alcuni lavori della nuova serie Oltre il segno, documentata in una nuova pubblicazione con testi di Danilo Eccher, Bruno Bandini, Lorenzo Mango.
Nel 1997 è invitato da Marco Goldin alla mostra «Pitture. Il sentimento e la forma», mentre nel 2002 tiene la mostra personale presso il Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera. Il suo lavoro è documentato nel volume Pittura aniconica edito da Mazzotta nel 2009 a cura di Claudio Cerritelli.


Paolo Tomio: nato nel 1947 a Borgo Valsugana, vive e lavora a Trento.
Dopo aver frequentato il primo anno al Corso superiore di Industrial Design presso il Magistero di Firenze si iscrive alla facoltà di architettura del Politecnico di Torino dove si laurea nel 1974.
Contemporaneamente, collabora come industrial designer nel settore dello styling automobilistico, del design e della grafica.
Dal 1974 esercita l’attività libero professionale a Trento come progettista e direttore dei lavori nell’edilizia privata e pubblica.
Alla professione di architetto si affianca l’attività di insegnante, prima di materie artistiche presso l’Istituto d’Arte e poi di disegno tecnico e tecnologia.
Vince numerosi concorsi di opere pubbliche tra cui la pavimentazione del centro storico di Trento e il concorso ad inviti per la realizzazione del nuovo plesso scolastico di Cles.
Pubblica con l’arch. Alda Rebecchi il libro su «L’arredo del centro storico di Trento» – 1991 e con l’arch. Fiorino Filippi, il «Manuale del porfido», ES.PO – 1994 tradotto in tedesco, inglese e francese.
Parallelamente all’attività professionale continua a coltivare l’interesse per il mondo artistico, in particolare per la ricerca e lo studio di «metodologie della creazione-progettazione artistica» mediante la definizione di sistemi complessi aperti e per la grafica.
Una sua opera, «Frammenti di immagine, immagine in frammenti» del 1982, si trova presso il Museo delle Albere a Trento.
Nel 2009 partecipa alla rifondazione di FIDA-Trento, Federazione Italiana Degli Artisti.
Realizza cataloghi, libri d’arte e di grafica e libri fotografici di impegno politico. Ha ideato, cura e pubblica dal 2012 la rivista digitale mensile online «FIDAart» che tratta di arte, cultura e società. Ha vinto i concorsi per un’opera
d’arte di abbellimento dei Comuni di Taio, di Calliano e di Drena. Numerose le mostre personali e collettive.


Pietro Verdini.
Nasce a Gragnola, in provincia di Massa Carrara, il 21 settembre 1936 da Laura Catelani e Ettore Verdini.
Alla prematura e improvvisa morte del padre, Pietro viene affidato ai nonni materni.
È in particolare la figura del nonno fabbro a lasciare il segno nella sua formazione negli anni della seconda guerra mondiale tra sfollamenti, bombardamenti, rastrellamenti e fucilazione dei partigiani.
Nel 1948 Pietro entra nel collegio francescano dei Frati Minori. Nel 1956, lasciato il convento, si arruola nella Guardia di Finanza e nel 1961 viene trasferito in Alto Adige.
Due anni più tardi a Bressanone conosce l’artista Conrad Peter Bergmann, diventa suo allievo, affinando le tecniche pittoriche.
Incomincia ad esporre e nel 1964 vince il primo premio alla mostra biennale organizzata dalla Guardia di Finanza.
Nel 1966 è a Trento dove frequenta il gruppo Arti Visuali e la Galleria Fogolino diretti da Mariano Fracalossi e le Gallerie Il Castello e La Tavolozza, del pittore Gino Castelli.
Nel 1978 sposa Edda Capozzi e si trasferisce a Pergine Valsugana. Nel 1981 lascia la Guardia di Finanza per dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Dopo la mostra alla Galleria Fogolino, tenutasi nel 1983, l’amicizia con Rinaldo Sandri lo spinge a collaborare per il quotidiano l’Adige per il quale realizza alcune illustrazioni.
Tra il 1986 e il 1989 apre a Pergine una galleria d’arte. Nel 1988 illustra i versi dialettali del volume «Emigranti» di Renzo Francescotti con il quale stringe una collaborazione che continuerà negli anni.
Nel 1992 realizza per Palazzo Trautmannsdorf di Trento, sede della Casa del Vino, una serie di pannelli a sanguigna su tavola.
Nel 2007 il Comune di Pergine organizza una mostra personale «Pietro Verdini – Nero, Blu e Bianco».
Nel 2010, e alle mostre La forma inseguita, 2012 Le città invisibili e le città visibili nel Palazzo della Regione TN-AA.


Abbiamo avuto il privilegio di porre alcune domande al curatore dell’evento, l’artista Aldo Pancheri.

  • Come è avvenuta la selezione delle opere: gli artisti hanno affrontato temi specifici o hanno scelto liberamente cosa donare?
    «Gli artisti hanno donato liberamente un’opera a loro scelta che fosse significativa del proprio percorso artistico.»
  • In che cosa si differenziano le opere proposte, con quali tecniche sono state eseguite?
    «Le opere proposte si differenziano necessariamente per la diversità di stile di ogni artista e comprendono tecniche pittoriche con diversi medium e supporti, opere grafiche e opere in digital fine art.»
  • Lei è il curatore di questa mostra. Potrebbe anticiparci il significato dell’opera da lei presentata?
    «L’opera presentata è l’astrazione di un paesaggio in cui delle tonalità di azzurro intenso e violetto potrebbero suggerire anche dei tracciati delle acque nello spazio non definito.
    Il titolo Nel respiro dell’acqua di lega inevitabilmente al titolo dell’esposizione e nel contempo propone la lettura dell’universo come un continuo respiro indecifrabile.»
  • Che significato può assumere, a suo avviso, una mostra come quella che lei ha curato: è possibile creare un ponte fra solidarietà e arte e quest’ultima può rappresentare uno strumento concreto per finanziare progetti come questo?
    «In effetti la generosità degli artisti e la finalità dell’esposizione possono davvero essere uno strumento concreto per finanziare altri progetti.
    «In proposito vorrei citare l’esposizione RenArt che si inaugura Venerdì 30 settembre a Palazzo Trentini a cura di Alessandro Goio.»

Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it

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