Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha raccomandato di estendere l’indicazione terapeutica di due medicinali, Kaftrio (ivacaftor/tezacaftor/elexacaftor) e Kalydeco (ivacaftor), per il trattamento della fibrosi cistica, includendo il loro uso in combinazione per pazienti di età pari o superiore ai due anni che presentano almeno una mutazione non di classe I (mutazioni di stop) nel gene CFTR (cystic fibrosis transmembrane conductance regulator).
La fibrosi cistica è una malattia ereditaria che ha gravi effetti sui polmoni, sul sistema digestivo e su altri organi. La fibrosi cistica può essere causata da diverse mutazioni nel gene della proteina CFTR, che regola la produzione di muco nei polmoni e di succhi digestivi nell’intestino. Alcune mutazioni compromettono il funzionamento della proteina, rendendo il muco e i fluidi digestivi troppo densi, causando ostruzioni, infiammazione, un aumento del rischio di infezioni polmonari e difficoltà nella digestione e nella crescita, altre impediscono la produzione della proteina CFTR (cystic fibrosis transmembrane conductance regulator).
Kaftrio e Kalydeco vengono utilizzati in combinazione per trattare i pazienti la cui fibrosi cistica è causata da almeno una mutazione del gene CFTR che determina una produzione anomala o insufficiente della proteina CFTR. Questi farmaci agiscono insieme per migliorare la funzionalità delle proteine CFTR anomale, mirando così alla causa principale della malattia. Il loro effetto combinato rende il muco polmonare e i succhi digestivi meno densi, contribuendo ad alleviare i sintomi della malattia.
Sebbene farmaci come Kaftrio e Kalydeco, noti come modulatori CFTR (correttori e potenziatori), abbiano migliorato significativamente la prognosi per alcuni pazienti, non sono efficaci per tutte le mutazioni. Alcuni pazienti continuano a manifestare una progressione grave della malattia nonostante il trattamento. L’estensione dell’indicazione consentirà di trattare tutti i pazienti che possono trarre beneficio da queste terapie, il che significa che circa il 95-97% dei pazienti con fibrosi cistica nell’Unione Europea (UE) potrebbe beneficiarne. Questo rappresenta un incremento del 15-17% rispetto alla precedente indicazione.
La raccomandazione del CHMP si basa sulla valutazione dei dati di efficacia e sicurezza provenienti da studi clinici e in vitro (in laboratorio), tra cui uno studio randomizzato controllato con placebo, uno studio a braccio aperto, dati da uno studio di evidenza reale condotto dalla Cystic Fibrosis Foundation degli Stati Uniti, nonché dati bibliografici ottenuti tramite un programma di uso compassionevole in Francia.
Evidenziamo che il parere favorevole del CHMP rappresenta un passaggio intermedio per l’accesso dei pazienti a Kaftrio e Kalydeco. Ora tale parere sarà inviato alla Commissione Europea, che deciderà sull’estensione dell’indicazione terapeutica a livello europeo. Una volta concessa l’estensione, le decisioni relative a prezzo e rimborso saranno prese a livello di ciascun Stato Membro, tenendo conto del possibile ruolo e utilizzo di questi farmaci nel contesto dei rispettivi sistemi sanitari nazionali.
E’ possibile leggere il testo completo pubblico sul sito di EMA al seguente link:
https://www.ema.europa.eu/en/news/combination-cystic-fibrosis-medicines-treat-patients-rare-mutations