«SportAbili», gioiello del volontariato – Di Nadia Clementi

Articolo del: 21 Agosto 2022

Ne parliamo con Fabio Mannucci, Tenente Colonnello della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo

Il Tenente Colonnello Fabio Mannucci

Sport e disabilità sono due mondi che solo apparentemente sono inconciliabili: quando vediamo qualcuno in sedia a rotelle proviamo dispiacere soprattutto per le gioie che la vita ha negato alla persona disabile, come correre, ballare, fare sport o anche solo una passeggiata in montagna.
Chi ha la fortuna di essere nato «abile» (e mettiamo il termine tra virgolette perché molte persone diversamente abili sorridono di fronte ai concetti di normalità e abilità), difficilmente si è trovato ad affrontare grossi problemi per quanto riguarda il movimento e lo sport, dando per scontato che le persone nate con una malattia debilitante non possano semplicemente accedervi.

Sono molte le realtà nella nostra regione, e non solo, che dimostrano il contrario: già in passato vi abbiamo parlato di associazioni che aiutano le persone con malattie croniche ad affrontare la montagna, oggi vi parliamo di una realtà in Val di Fiemme che organizza attività sportive per ragazzi e ragazze disabili coinvolgendo strutture sportive, associazioni, scuole, giovani volontari e anche avventurose gite sull’Himalaya.
Si tratta dell’«Associazione SportAbili» di Predazzo, una realtà che da diversi anni propone attività ricreative e sportive pensate specificatamente per le persone disabili: tanto sci e sport invernali ovviamente, ma anche rafting, equitazione, tiro con l’arco ed escursioni, una vasta gamma di proposte adattate alle esigenze di chi è in carrozzina, non vedente o con altre sindromi particolari.


Bertagnolli Casal con il tecnico Davide Gros.

«SportAbili» vede tra i suoi soci fondatori la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo, il direttore, infatti, è proprio un membro dell’arma, il Tenente Colonnello Fabio Mannucci.
L’Associazione ONLUS è composta solo da volontari, donne e uomini che mettono la propria professionalità al servizio di chi altrimenti non sarebbe in grado di vivere un po’ di vita all’aria aperta; ma ci sono anche tanti giovani, famiglie e scuole, dove SportAbili organizza momenti di formazione o progetti del Piano Zona Giovani, come l’ultimo chiamato «Diventa faro per i naviganti a due ruote», un percorso formativo per tre giovani, Alessia, Mattia e Tommaso, che hanno accompagnato i disabili in tutte le attività dell’associazione durante la scorsa estate.

Oltre alle attività ordinarie, ma che per queste persone diventano stra-ordinarie, ci sono progetti ambiziosi come l’avventura in Nepal condotta dalla Guida Alpina Edoardo Usuelli che si è conclusa il 31 ottobre 2016, con il programma «Il campo base dell’Everest», purtroppo sfumato, anche se per poco, per uno stato di precaria salute di uno dei componenti del gruppo.
Un’avventura comunque per tutti che ha portato i non vedenti a quota 3.800 metri d’altitudine, mentre qualche temerario si è spinto fino a quota 5.000 presso la «Piramide», il centro internazionale di studi del CNR italiano.

Un progetto quello di SportAbili che ha avuto risalto anche sui media nepalesi che ne hanno parlato con particolare enfasi sottolineando l’importanza di iniziative come queste, sostenute dallo slogan dell’Associazione: «Se posso fare questo, posso fare tutto», un messaggio universale di speranza, coraggio e dedizione.
Per saperne di più ci siamo recati nell’ufficio del T.C. direttore Fabio Mannucci di questa piccola-grande realtà del Trentino, un gioiello di volontariato e solidarietà tra i tanti che caratterizzano il nostro territorio e che utilizza la montagna e la natura come strumento di crescita, di sfida con se stessi e di socialità.

Tenente Colonnello Fabio Manucci, grazie ai social e al vostro sito abbiamo avuto un assaggio delle tante belle attività che svolgete nella vostra associazione. Ce ne può parlare nel dettaglio?

«La Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo è uno dei soci fondatori dell’Associazione SportABILI Onlus. Nata nel 1998 con la convinzione che la persona con disabilità sia una risorsa sulla quale la collettività deve investire per un pieno recupero sia sul piano del lavoro che della produzione intellettuale e sia del tempo libero, quindi delle relazioni interpersonali.

«La Scuola Alpina della Guardia di Finanza supporta attivamente l’operato dell’associazione, fornendo un aiuto soprattutto attraverso gli istruttori: volontari che, con la loro professionalità, garantiscono un alto livello tecnico, massima sicurezza e un’enorme carica umana, in un ambiente familiare e amichevole caratteristico di una realtà associativa motivata in primis alla solidarietà.

«SportABILI con i suoi 195 soci offre attività sportive all’aria aperta, sia in estate che in inverno, dallo sci alpino, di fondo e di discesa, dal trekking all’escursionismo fino al rafting nel torrente Avisio e altre ancora. Inoltre accoglie ogni tipo di disabilità, avendo a disposizione personale qualificato e attrezzature adeguate per qualsiasi tipo di sport.»

«L’obiettivo dell’associazione non è quello di produrre campioni, ma attivare al massimo l’autonomia della persona con corsi ad esempio di avviamento allo sci individualizzato, oppure proponendo loro l’ebbrezza di una salita in montagna o della velocità sulla pista grazie ad ausili adeguati e personale preparato. In pratica SportABILI offre alle persone meno fortunate, la possibilità di svago e di divertimento.

«Dal punto di vista logistico, SportABILI ha a disposizione un alloggio per i propri volontari: una casetta posta alla partenza degli impianti di risalita del comprensorio sciistico Alpe di Lusia, località Castelir, a circa sei chilometri da Predazzo, subito dopo l’abitato di Bellamonte.

«Durante la stagione invernale diventa punto di ritrovo e partenza dello sci alpino, mentre per la stagione estiva rimane a disposizione dei volontari.

«Solitamente le attività proposte vedono impegnate le giornate intere, dando così la possibilità di realizzare, in estate, sia escursioni di gruppo che attività individuali, mentre in inverno di proporre un servizio completo per lo sci e non solo, non dimenticando l’organizzazione e la realizzazione dei vari eventi che l’associazione propone per avvicinare le persone con disabilità all’attività sportiva e promuovere il proprio slogan se posso fare questo, posso fare tutto

Per usufruire dei servizi che offre SportABILI Onlus è necessario associarsi?

«Per poter praticare attività sportive presso l’Associazione tutte le persone che lo desiderano devono diventare Soci della stessa e questo garantisce tutta una serie di servizi compresa la copertura assicurativa per le attività che vengono svolte. La quota d’iscrizione annuale è di venti euro, che non è obbligatorio rinnovarla ogni anno.

«Le attività vengono svolte previa presentazione di un certificato medico per l’idoneità allo svolgimento di attività fisica non agonistica.

«Gli iscritti godono di una serie di servizi e in particolare, lezioni individuali tenute da istruttori professionalmente preparati compreso l’utilizzo degli ausili in dotazione a SportABILI durante le lezioni e le attività: handbike, tandem, carrozzine per il tennis, selle specifiche per l’equitazione, attrezzatura per il rafting, carrozzine elettroniche per le escursioni (Supertrans). I costi d’ingresso nelle strutture utilizzate per le attività sono coperti dalla stessa associazione; nonchè il servizio di accompagnamento sportivo giornaliero per i non vedenti.

«Contattando la segreteria organizzativa si potranno ricevere tutte le informazioni utili a trascorrere una vacanza speciale a Predazzo, in Val di Fiemme.»

Secondo la disabilità dei vostri utenti, in che modo sono tarate le attività sportive?

«Fino a non molto tempo fa un disabile (fisico o mentale) era impossibilitato a svolgere attività sportive sia amatoriali sia agonistiche. Adesso tutto è cambiato.

«Grazie alle nuove tecniche che ci offre la scienza (Pistorius, il sudafricano che ha rischiato di qualificarsi per le Olimpiadi con una protesi all’anca ne è la più valida testimonianza), ma soprattutto grazie al decadimento di certi radicati e insensati pregiudizi che hanno lasciato il posto allo spirito d’eguaglianza nelle istituzioni, pian piano anche nella nostra società si evita di giudicare con sufficienza i disabili rispetto ai normodotati.

«Fare sport non è più prerogativa dei fisicamente integri, oggi tutti possono e devono cimentarsi in varie discipline, magari le più congeniali alle patologie di cui sono affette certe persone. Di certo non bastano soltanto i buoni propositi campati in aria, ma occorre creare le condizioni per rendere accessibili a tutti le opportunità di svago motorio.»

Secondo Lei, cosa impedisce una piena inclusione sociale alle persone con disabilità?

«I fattori sono tanti. Essi sono riconducibili sia alla sufficienza con cui le istituzioni e le scuole trattano il tema, sia a una scarsa propensione dei genitori e dei familiari in generale a impegnarsi in prima persona e a investire sulla persona disabile.

«A questo possiamo anche aggiungere, nonostante viviamo in un mondo decisamente informatizzato, la difficoltà a veicolare la conoscenza della disabilità a chi non la vive. Si va alla ricerca d’informazioni sulla tale sindrome solo quando il caso ci riguarda da vicino.

«Ne consegue che è facile per chi non vive la condizione, scambiare ad esempio un bambino autistico per un bambino maleducato o peggio.»

Disabilità e barriere: quali sono le più difficili da smantellare tra quelle relative alla nostra mentalità e quelle architettoniche?

«Come precedentemente affermato sembrerebbe più difficile smantellare una barriera mentale. Ma di questi tempi si ha difficoltà a smantellare sia i pregiudizi della gente nei confronti dei disabili e degli accompagnatori spesso confusi con persone in cerca di visibilità, sia le barriere architettoniche, come quella recente dell’impianto di risalita nell’area ski Castelir a Bellamonte, che nella ristrutturazione non ha tenuto conto delle difficoltà di accesso alle cabine per le persone diversamente abili.

«Per sopperire abbiamo dovuto intervenire con l’aiuto dei nostri volontari che generosamente hanno costruito un supporto meccanico per permettere di accedere autonomamente alle cabine del nuovo impianto di risalita.»

Qual è la più grande soddisfazione ottenuta attraverso le attività promosse dalla Vostra associazione?

«La soddisfazione più grande è quando i genitori ci riportano il loro figlio il giorno dopo. Sono tanti i messaggi che riceviamo di ringraziamenti, ma a noi basta solo il loro sorriso!»

Vuol ricordare qualche importante evento organizzato dall’Associazione?

«Lo staff ha contribuito alla realizzazione di molti eventi, tra i più importanti svolti nel corso del 2016 ricordiamo:

  • World Cup Parasnowboard Trentino 2016, nell’ambito del quale sono state assegnate le coppe del mondo di specialità e al quale hanno partecipato circa 150 addetti ai lavori in rappresentanza di 15 nazionalità provenienti da tutto il mondo;
  • finale di coppa Italia di Parasnowboard per la quale si sono dati battaglia sulla pista dell’area ski Bellamonte-Lusia n.20 atleti, alcuni provenienti dall’Est Europa;
  • finale dei Campionati Italiani di Sci Alpino, a Passo Rolle, nel corso della quale sono state assegnate le maglie tricolori per ogni singola categoria, con la partecipazione di circa 80 atleti e altrettanti addetti ai lavori;
  • tour dell’Etna, al quale hanno preso parte nr. 4 non vedenti, accompagnati dai volontari ed in collaborazione con la Guardia di Finanza di Nicolosi;
  • tour del gruppo montuoso del Cevedale e del Monte Rosa;
  • torneo special olympics  di tennis, la cui organizzazione è stata delegata al volontario Remo Di Nenno; tour in bike sulle ciclabili del trentino;
  • trekking al campo base del monte Everest.
  • Etc…»

Quali sono le attività offerte dal territorio di Predazzo? E com’è la risposta degli utenti disabili?

«Il territorio della valle di Fiemme offre molte opportunità in risposta alle persone diversamente abili, dalle attività di equitazione, nuoto, tiro con l’arco, ai corsi di roccia per non vedenti, dalle gite naturalistiche al parco di Paneveggio, alla possibilità di percorrere la pista ciclabile che da Predazzo porta fino a Masi di Cavalese in bicicletta, handbike e tandem. Gite naturalistiche al lago di Cece (a quasi 2.000 metri nella bella catena dei Lagorai) e alle malghe Juribello e Bocche.

«Naturalmente alcune di queste escursioni sono facilmente accessibili a tutti, altre un po’ meno e sono riservate a chi, pur in carrozzina, abbia voglia di osare di più. Inoltre sono a disposizione parchi e percorsi in sospensione integrati in aree boschive tramite cavi, piattaforme aeree in legno e cordame.

«Ogni parco presenta percorsi di varia difficoltà da quelli facili per bambini fino a tragitti più difficili per adulti. I percorsi si effettuano con accompagnatore e equipaggiamento di sicurezza.
Le specialità dell’Associazione sono sulle piste da sci, l’attività di discesa viene fatta allo Skear Alpe Lusia presso Bellamonte mentre l’attività di fondo viene fatta al Lago di Tesero.

«Negli ultimi due anni sono stati anche proposti una sorta di sport estremi come l’arrampicata sul ghiaccio e l’avventura condotta dal Luogotenente Edoardo Usuelli in Nepal con due ragazzi non vedenti.

«Lo scorso anno sono stati erogati più di 400 servizi a disposizione di circa 200 persone diversamente abili di cui 30 con gravi disabilità. Il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione operativa con il Servizio di assistenza/emergenza 118.

«Gli utenti sono i più vari e comprendono tutte le fasce di età, provengono da tutte le regioni italiane e anche dall’estero.»

Abbiamo visto sulla vostra pagina facebook un particolare attrezzo per premettere ai vostri utenti di sciare. In che modo la tecnologia viene in aiuto dei disabili che vogliono praticare sport?

«Grazie alla tecnologia e la robotica abbiamo a disposizione molti ausili innovativi. Per sciare sono disponibili il monosci, uno sci su cui si sta seduti ideato per chi ha ridotta mobilità agli arti; il dualsci per chi scia in piedi ma deve essere assistito da vicino e quindi è una sorta di tandem, usato ad esempio per gli autistici, invece i non vedenti sciano con una guida che comunica a voce, mentre per le persone che non sentono si usa il linguaggio dei segni.

«Da qualche anno anche in Italia si può fare parasnowboard grazie a un’imbragatura chiamata B.a.s.s che può essere usata anche da para e tetraplegici.»

Ci parli ora dei vostri volontari. In che modo si può aiutare attivamente SportAbili?

«I volontari sono persone che arrivano da tutta Italia e dedicano il loro tempo libero alle attività dell’Associazione. Il loro aiuto è fondamentale per la riuscita delle attività proposte da SportABILI e chiunque può fare il volontario perché non è richiesta nessuna preparazione particolare se non la voglia di trascorrere una settimana in questi bellissimi posti e il desiderio di aiutare i soci di Sportabili.

«L’importante è che le persone che vogliono vivere questa esperienza abbiano spirito di adattamento e sappiano mettersi in gioco nelle varie attività sportive e ricreative proposte dall’associazione.

«Il volontario può decidere se dare la propria disponibilità per un periodo (vacanza volontariato) oppure solo per alcune ore o alcune attività. In entrambi i casi è sufficiente confrontarsi insieme per concordare l’impegno in base alle disponibilità sia del volontario che dell’associazione stessa.

«Ai nostri volontari viene riservata la possibilità di frequentare corsi annuali di formazione/aggiornamento per la preparazione alle attività estive e invernali, in modo da conoscere approfonditamente sia gli ausili che le risorse dell’Associazione.

«Purtroppo, nonostante tutti i nostri buoni propositi, dobbiamo constatare che sono sempre meno le persone che si offrono volontarie con spirito di dedizione e passione, ma per fortuna noi abbiamo a disposizione la solidarietà e l’impegno di molti militari.»

Quali sono i vostri progetti e chi li finanzia? Quali sono le disabilità che trattate maggiormente?

«I progetti vengono finanziati da coloro che ci aderiscono perché con il passare del tempo gli enti privati e pubblici hanno ridotto i loro contributi. In pratica, ci si autofinanzia con le risorse che la società guadagna.

«Comunque, con orgoglio possiamo dire che le Dolomiti sono un patrimonio usufruibile da tutti e questo grazie ad un attento lavoro di mappatura e catalogazione delle barriere architettoniche con il quale siamo riusciti ad avvicinare qualsiasi persona con disabilità motoria e sensoriale alla montagna.»

Il progetto «Guide alpine per guadagnare salute,» frutto della collaborazione tra la Lega Italiana Fibrosi Cistica Trentino Onlus e le Guide Alpine Trentine, si prefigge l’obiettivo di incoraggiare i pazienti con fibrosi cistica, ma anche altri affetti da patologie cronico-degenerative, come il diabete mellito, l’asma bronchiale, o con esiti di trapianto d’organo, a intraprendere un percorso di attività fisica in un ambiente di montagna nelle sue diverse forme. Ci può parlare meglio di questo progetto?

«Sport e salute sono correlati in modo inequivocabile; qualsiasi medico di base ci suggerirà sempre di fare un po’ di attività fisica per migliorare molti aspetti della nostra salute, senza medicine e superando la pigrizia.

«Ci sono situazioni e malattie per cui, ovviamente, non può bastare un quarto d’ora di corsa o qualche ora in palestra: molte persone non sono in grado di eseguire sforzi oppure hanno una malattia talmente debilitante da impedire loro di fare qualsiasi tipo di normale attività fisica.

«Una di queste malattie è la fibrosi cistica, una patologia che condanna i malati ad una vita fatta di terapie faticose ed estenuanti. E’ la più comune delle malattie genetiche ereditarie gravi, in Italia ne sono affetti 4.500 individui e vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi all’anno. La malattia è causata da un gene difettoso che porta ad una errata produzione della proteina CFTR; la cui alterazione porta a un’anomala secrezione delle ghiandole esocrine.

«Ed è proprio da questa malattia che ha preso vita il progetto Guide alpine per guadagnare salute, nato su richiesta della Lega Fibrosi Cistica Trentina in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.

«Nel 2014 è stato realizzato il primo corso di formazione per 18 Guide Alpine, attraverso un aggiornamento monotematico di sei ore dal titolo Respira all’aria aperta con la tua Guida.

«L’obiettivo era di formare le guide rispetto all’organizzazione di corsi di arrampicata e avvicinamento alla montagna per pazienti affetti da malattie croniche degenerative. In questo modo è stato possibile permettere anche a queste persone di vivere l’esperienza della montagna in modo controllato e adeguato anche con l’inserimento in gruppi di persone senza patologia, perché seguiti con occhio di riguardo da parte della guida alpina – istruttore formato e motivato ad hoc.»

Come e con chi vengono organizzate le attività in supporto ai malati di Fibrosi Cistica?

«Dallo scorso novembre le attività in supporto ai malati di Fibrosi cistica si svolgono tramite l’Associazione SportAbili. Tra gli operatori volontari disponibili c’è la Guida Alpina Edoardo Usuelli che segue il progetto accompagnando direttamente le persone affette da Fibrosi Cistica in montagna.

«Per condurre i malati di patologie croniche, è necessaria una particolare formazione che permetta di essere in grado di adottare linee di condotta adeguate a renderne sicuro e piacevole l’approccio alla montagna.

«Il paziente, di concerto con il proprio Medico e con la Guida, adotta un metodo personalizzato, misurando l’intensità, la durata dello sforzo fisico, l’esposizione all’altezza e gli agenti potenzialmente dannosi. In pratica la guida vigila il paziente controllando il ritmo dello sforzo della camminata con il cardio-frequenzimetro. Ovviamente per qualsiasi bisogno la guida è in stretto contatto con il medico competente e con il servizio di emergenza 118.

«Promotrice e testimonial di questo nuovo progetto è la sig.ra Angela Trenti Presidente dell’Associazione F.C. per il Trentino che grazie al sostegno del Luogotenente E. Usuelli ha raggiunto con soddisfazione oltre al benessere fisico l’altitudine di 2700 metri, tenendo conto che i parametri di quota sono soggettivi.»

Con quale fine la Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo propone le attività sportive all’interno di SportAbili?

«Lo sport è un mezzo privilegiato nell’integrazione sociale del diversamente abile che è un elemento fondamentale, nonché il risultato del corretto sviluppo dell’identità e dell’autostima.

«Attraverso lo sport la persona disabile può mettersi in gioco e sperimentarsi, imparare a controllare il proprio corpo, sviluppare il senso di autoconsapevolezza e la fiducia nelle proprie capacità, scoprire di avere abilità inaspettate e fare l’esperienza.

«La pratica sportiva contribuisce anche a formare e rafforzare il senso d’identità, migliorando lo schema corporeo, le capacità coordinative e la consapevolezza della propria corporeità.

«Dal punto di vista dei rapporti sociali, indubbiamente la fiducia in sé e una positiva identità personale giocano un ruolo importante, ma lo sport non contribuisce solo in questo essendo caratterizzato da competizione e regole e concorre anche a migliorare le capacità di interagire con gli altri per meglio gestire le proprie energie e instaurare sane relazioni sociali.»

Chi fosse interessato alle vostre iniziative sia da paziente che da volontario a chi deve rivolgersi?

«Tutte le informazioni sono disponibili al seguente sito internet: http://www.sportabili.org/wp/.»

Nadia Clementi – n.clementi@ladigetto.it
Tenente Colonnello Fabio Mannucci – mannucci.fabio@gdf.it
Vice Comandante della Scuola Alpina della GDF di Predazzo e Direttore dell’Associazione SportABILI di Predazzo.

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